Bandhavgarh National Park
India

Un viaggio creato ad hoc per fotografi amanti della natura e dell’India, quella più vera e affascinante.
India, paese dalla storia millenaria, dalle molteplici culture e religioni, dove un viaggio non è un semplice viaggio, ma un’avventura.
Da Delhi, voliamo in direzione di Jabalpur, nel cuore pulsante dell’India la regione del Madhya Pradesh. Una volta atterrati nel piccolo aeroporto ci mettiamo subito in auto, lasciandoci alle spalle la civiltà così come la conosciamo noi europei. Il minivan macina chilometri su di una strada asfaltata che si snoda tortuosa davanti a noi, alternando zone rurali e coltivate con porzioni di giungla, l’avvicendarsi è privo di ogni logica e non si capisce dove finisca la giungla e dove inizino gli insediamenti umani. Le mucche, esili e noncuranti creature consacrate dalla popolazione, passeggiano o addirittura sonnecchiano nel bel mezzo della strada, costringendo il nostro autista a slalom improponibili. Raggiunto il resort sulle ultime ore del giorno, veniamo accolti calorosamente dal proprietario del Bagh Sarai Resort e dal suo staff; Dopo una doccia e una cena veloce, ci ritiriamo nei bungalow, la notte è corta e l’alba ci attende. Non è ancora giorno quando la sveglia suona, la temperatura esterna è piacevole, fa quasi fresco, ma il vestiario è da safari, pantaloncini corti, t-shirt un cappello e una sciarpa leggera per proteggere il volto dalla polvere perché di li a poco l’asticella del termometro arriverà a 40°. L’attrezzatura fotografica viene riposta sulla Jeep e il primo safari ha inizio alle prime luci dell’alba. L’emozione è tanta e la voglia di incontrare il più grande felino del mondo è incommensurabile. L’attesa non dura molto, giusto il tempo di rendersi conto che siamo nel bel mezzo della giungla indiana, dove leggenda e realtà alle volte si fondono e la distinzione tra l’una e l’altra viene meno. Percorriamo a malapena un paio di chilometri sul sentiero sterrato composto di terra rossa battuta, quando alla nostra destra, a poca distanza da una pozza d’acqua, la guida scorge una sagoma, si tratta di un cucciolo di quattro mesi, in attesa dei suoi fratelli e della madre, celati ai nostri sensi per il momento. Dopo una lunga attesa con le orecchie tese e gli occhi fissi all’indirizzo della sagoma felina, iniziano ad udirsi fruscii che si fanno via via sempre più chiari, lasciando spazio ad una scena magnifica.
I tre fratelli di soli quattro mesi iniziano a rincorrersi e a giocare, rompendo il silenzio con il rumore di foglie schiacciate e rametti spezzati, un sorriso inizia a palesarsi sul mio volto. Dopo svariati minuti passati a rincorrersi, la zona di gioco si sposta in direzione della pozza d’acqua ed è qui che inizia lo show vero e proprio. Schizzi, Agguati e schermaglie all’interno dell’acqua, i tre fratelli danno spettacolo a pochi metri da noi, noncuranti della nostra presenza. I giochi terminano quasi di colpo, i tre cuccioli si voltano all’unisono in direzione del fitto della giungla, voltandoci a nostra volta nella stessa direzione notiamo la madre, apparsa quasi per magia, nessuno si era accorto del suo avvicendarsi finché non è stata tradita dalla sua prole. Le piccole pesti, corrono in direzione della loro madre, salutandola a modo loro, saltandole addosso e mordendole il fondoschiena. Chiamate a raccolta la madre porta al sicuro i cuccioli, lontano dai nostri occhi ancora colmi delle scene di gioco appena ammirate. Decidiamo di proseguire, le jeep nel frattempo sono diventate parecchie, viaggiamo tutti sullo stesso sentiero, alzando un gran polverone, ci fermiamo ad ammirare un esemplare di martin pescatore Whitethroated, molto comune in questa porzione del parco, un piccolo uccello multicolore molto abile nella caccia a prede acquatiche. l’Avifauna è ricca e variegata, i richiami dei Pavoni riecheggiano nella giungla, preziosi aiutanti nella ricerca della grande tigre, così come i richiami di allarme dei cervi pomellati, presenti in una grandissima quantità.
Tutte le giornate sono scandite dal ritmo del sole, i due safari, mattutino e pomeridiano e una sosta di qualche ora nella parte centrale della giornata. Dopo nemmeno quattro giorni la conta delle tigri avvistate ha raggiunto una cifra inaspettata, dieci esemplari adulti, di cui un maschio dominante, tre cuccioli di 4 mesi e altri tre giovani tigri di undici mesi;
Increduli, avevamo ancora tre giorni pieni a nostra disposizione. Decidiamo di voler avvistare l’altro grande felino di questa giungla, il Leopardo indiano. Un target molto più elusivo e difficile da avvistare, soprattutto per la presenza massiccia di tigri in questo territorio. Passano due giorni senza nessun avvistamento e la missione sembra impossibile, ma non ci arrendiamo. Focalizziamo tutte le nostre forze alla ricerca di questo magnifico felino così difficile da avvistare anche in circostanze non così particolari.
L’ultimo giorno di safari ci alziamo con una grande angoscia, temendo di dover tornare a casa senza averlo visto, quando ad un tratto sentiamo l’inconfondibile richiamo di pericolo di alcune scimmie Langur provenire dalle fronde più alte degli alberi, quando questi primati utilizziano il loro caratteristico richiamo d’allarme, non vi è incertezza, qualcosa di grosso si sta muovendo ai loro piedi. La Jeep parte di gran carriera, avvicinandoci quanto più possibile alla zona dei richiami d’allarme. Osserviamo la scimmia emettere il suo verso, con lo sguardo rivolto verso una zona ben precisa, della collina. Aguzziamo meglio la vista, il felino si mimetizza perfettamente con la vegetazione bruciata dal sole, a stento riusciamo a distinguere le sue forme, solo gli occhi, d’un color miele risaltano e tradiscono il grosso leopardo, che per un solo istante è a tiro per qualche scatto, voltandosi verso la Jeep, attirato dal rumore degli otturatori che saturano il buffer delle due Reflex. L’incontro è fugace e molto breve, ma a dir poco magico e fortunato, lasciandomi nel cuore la soddisfazione di essere riuscito ad avvistare questo magnifico felino. Di incontri ne abbiamo fatti moltissimi durante i nostri safari, manguste, Aironi, Martin Pescatore di svariate specie, Varani, Gufi e Aquile di ogni tipo.
Un vero e proprio paradiso dalla vasta biodiversità, dovuto soprattutto alle diverse conformazioni del territorio che passavano dal collinare con vaste praterie erbose a zone montuose spoglie di alberi ma inaccessibili ai più. Lasciamo questo magnifico parco nazionale con il cuore gonfio di gioia per aver avuto la possibilità di aver assistito a molteplici avvistamenti entusiasmanti, ma preferisco lasciar parlare le foto da qui in avanti.
Mi auguro solo di poter tornare quanto prima in questa magnifica porzione di Mondo e di poter ammirare nuovamente le grandi tigri del bengala, libere e padrone della propria giungla.
Il Parco Nazionale di Bandhavgarh è noto per la sua fiorente flora e fauna ed è considerato la casa originaria delle tigri.
Tra l’altro, il Parco Nazionale di Bandhavgarh, circondato da terreni collinari di arenaria e rocce, è anche l’habitat naturale per il bisonte indiano, i sambari, i langurs ei cheetali.
La visita turistica è limitata ad una superficie di 105 kmq, conosciuta come la gamma Tala, per la sua ricchezza in termini di biodiversità, soprattutto tigri. Nella riserva esistono altri quattro gruppi: Magdhi, Kallwah, Khitauli e Panpatha. Insieme, queste cinque gamme comprendono il nucleo della riserva tigre di Bandhavgarh che costituisce una superficie totale di 694 kmq.